Settimana Nazionale Anticontraffazione: l’Associazione Museo del Vero e del Falso protagonista alla tappa napoletana

Fausto Zuccarelli | Settimana Nazionale Anticontraffazione

Settimana Nazionale Anticontraffazione: l’Associazione Museo del Vero e del Falso protagonista alla tappa napoletana

L’analisi del Censis

Napoli, con oltre 6 milioni di pezzi sequestrati nel 2016 (pari al 24% del totale), è la provincia italiana in cui si sequestrano i maggiori quantitativi di merce falsa. A primeggiare nella categoria di fake sono abbigliamento e accessori. L’impresa locale del falso si basa sulla equilibrata coesistenza di soggetti appartenenti a etnie diverse ed è in grado di sostenere elevati ritmi di produzione e di coprire diverse gamme di prodotti: da quelli finemente rifiniti realizzati da artigiani locali a merce di bassa qualità in arrivo dall’Estremo Oriente. L’impresa locale del falso si basa sulla equilibrata coesistenza di soggetti appartenenti a etnie diverse ed è in grado di sostenere elevati ritmi di produzione e di coprire diverse gamme di prodotti: da quelli finemente rifiniti realizzati da artigiani locali a merce di bassa qualità in arrivo dall’Estremo Oriente e assemblata da lavoratori stranieri. La Cina è il Paese di provenienza del 57,7% dei prodotti sequestrati alle Dogane nel 2016.

E’ quanto emerge dall’incontro “Contro la contraffazione: la risposta del territorio” promosso a Napoli il 12 giugno nell’ambito della seconda edizione della Settimana Nazionale Anticontraffazione promossa dal Censis e dall’Ufficio italiano Brevetti e Marchi del Mise. A condurre la tavola rotonda Loredana Gulino, direttore generale Lotta alla contraffazione-Uibm. Si sono susseguiti gli interventi del sindaco di Napoli Luigi de Magistris, del prefetto Carmela Pagano, del procuratore aggiunto Fausto Zuccarelli, del comandante provinciale della Guardia di Finanza Gianluigi D’Alfonso, del comandante della polizia municipale Ciro Esposito, di Marco Musumeci (Unicri), del presidente di Harmont & Blaine Domenico Menniti e per Bulgari di Vittorio AversanoPasquale Della Pia (ceo Deimille), Francesco Verde (Lucebianca) e Luigi Giamundo per il Museo del Falso e del Vero

 

Gli interventi

Giorgio de Rita (Presidente Censis):
Per arginare il mercato del falso – evidenzia Giorgio De Rita, segretario generale del Censis – la sola azione di repressione e contrasto non basta. Serve anche spingere sul pedale della sensibilizzazione e in questo senso svolge un ruolo molto importante sul territorio l’Associazione “Museo del Vero e del Falso“.

Loredana Gulino (Direttore Generale Uibm)

“Il Ministero dello sviluppo economico apprezza le iniziative intraprese dal l’Associazione “Museo del Vero e del Falso” e le considera una best practice in Italia. Questo Ministero esprime la volontà di sostenerle e riproporle in forma itinerante su tutto il territorio italiano”.

Vittorio Aversano (IP & Brand Protection Specialist at Bulgari)

“Come azienda Bulgari siamo particolarmente interessati al tema della contraffazione. Apprezziamo pertanto le attività svolte dall’associazione Museo del Vero e del Falso e per il futuro saremmo lieti di poter collaborare alla realizzazione di iniziative comuni”

Pasquale della Pia (Assocalzaturifici)

“Bisogna passare dal dire al fare e ogni persona deve dare il suo contributo per arginare il fenomeno della contraffazione. Io personalmente insieme all’associazione che rappresento (Assocalzaturifici) abbiamo aderito come soci fondatori all’iniziativa promossa da Confindustria Campania e dall’Unione degli Industriali di Napoli, l’Associazione Museo del Vero e del Falso, che si è resa concretamente interprete di questi concetti”.

LUIGI GIAMUNDO (Presidente associazione Museo del Vero e del Falso):
Come accade spesso quando si parla di Napoli, si fa di tutte le erbe un fascio senza sapere o voler distinguere tra la stragrande maggioranza di cittadini onesti e chi invece merita di essere messo ai margini“. Nessuno vuole negare la realtà,

 

Napoli è certamente un territorio difficile e problematico , ma guai a generalizzare.

Il malaffare trova terreno fertile proprio quando si ricorre a sommarie generalizzazioni.

Facendo di tutt’erba un fascio si dà la possibilità di confondere i disonesti con tanta gente per bene, che lavora e che produce.

Generalizzare significa legittimare il sistema del malaffare, farlo diventare un fenomeno ineludibile del territorio.

Come MDVF siamo convinti che occorre far sentire forte la presenza dello stato e delle Istituzioni che devono essere visti come alleati e garanti dei processi di sviluppo del territorio.

Avviare poi un dialogo costante tra Imprese ed Istituzioni che sia l’espressione della capacità di condividere e sviluppare una progettualità strategica integrata.

Oltre alle attività di repressione bisogna pivilegiare le  attività di prevenzione con  informazione, sensibilizzazione , analisi e  proposte normative.

Le iniziative realizzate sinora e il successo ottenuto dimostrano che invece molto si fa e moltissimo si può fare

 

Le attività di sensibilizzazione svolte sul territorio 

Tra il dicembre 2016 e marzo 2017 l’Associazione “Museo del Vero e del Falso” ha promosso presso il Complesso Museale di San Domenico a Napoli la mostra didattica “Con i Giocattoli nun s’pazzea” in collaborazione con la Procura della Repubblica di Napoli. Il percorso didattico ha fatto registrare circa 10mila visite in 4 mesi. “Abbiamo in programma altre attività per il prossimo autunno” afferma nel corso dell’incontro il presidente dell’Associazione Museo del vero e del Falso Luigi Giamundo. “Abbiamo  presentato domande di partecipazione ai progetti scolastici Pon  presso due istituti superiori di Napoli e stiamo mettendo a punto un progetto con il sistema camerale per realizzare delle mostre itineranti nelle cinque province campane  per arrivare a coinvolgere utenti oltre il territorio napoletano”.

 

I giochi interattivi anti-contraffazione sviluppati dalla Federico II
Alla conferenza stampa tenuta in Prefettura interviene anche Daniela Pacella, ricercatrice del NAC – Laboratorio di Intelligenza artificiale della Federico II, che illustra il funzionamento dei giochi interattivi realizzati in occasione della mostra didattica promossa dall’Associazione Museo del Vero e del Falso. “Il ruolo del laboratorio NAC  – spiega Daniela Pacella – è stato quello di collaborare nello sviluppo di un gioco interattivo che ha permesso di trasmettere e diffondere l’importanza del tema della contraffazione dei giocattoli a visitatori di ogni fascia di età attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative. Il gioco è composto da una tavoletta collegata ad un computer e diversi giocattoli originali o contraffatti. Era possibile giocare con due diverse app”.

La prima chiedeva agli utenti di appoggiare sulla tavoletta dei giocattoli falsi, al fine di far partire dei video che spiegavano le differenze tra i giocattoli veri e quelli contraffatti, l’importanza di distinguere il simbolo CE originale, e le numerose prove di resistenza a cui i giocattoli originali sono sottoposti. La seconda app invece chiedeva di distinguere tra varie coppie di giocattoli dello stesso tipo quale fosse il giocattolo originale o quello falso.