“Questa non è una sòla”, mostra che mette a confronto il Made in Italy col mondo delle contraffazioni e del falso

Questa non è una sòla | Mondo delle contraffazioni

“Questa non è una sòla”, mostra che mette a confronto il Made in Italy col mondo delle contraffazioni e del falso

Rifiniture decorate, tessuto impeccabile, dettagli ricamati. Sembra una borsa perfetta. Peccato si tratti di un falso. Difficile smascherarlo, ma non impossibile per occhi allenati o per addetti ai lavori.

 

Quella borsa, così come altri altri capi di pelletteria, o abbigliamento rientra tra i 26 milioni di articoli mediamente in un anno sequestrati dalle forze dell’ordine. Una mostra racconta questo mondo, con allestimento all’interno della “Sala delle Grida” nella Camera di Commercio di Napoli. In rassegna, fake e rarità, per un percorso volto  alla sensibilizzazione dei valori della legalità e della sicurezza dei consumatori.

 

L’exhibit, intitolato “Questa non è una sòla” e promosso dall’associazione “Museo del vero e del Falso”, sarà visitabile ad ingresso libero fino al 2 febbraio. Sarà possibile guardare, scarpe, oggetti di pelletteria e accessori provenienti sia dalle grandi griffe che dal mondo della contraffaziono. Un mondo estremamente intricato e misterioso, basti pensare che l’Italia è il Paese europeo che paga il prezzo più alto al mercato del falso, con quasi 7 miliardi di euro all’anno di mancate vendite e 100mila posti di lavoro bruciati. La quantità di denaro perso copre praticamente il valore di una vera e propria Manovra finanziaria, se si considera che questi numeri si riferiscono al solo circuito abbigliamento-calzature, cosmetici, articoli sportivi, borse, giocattoli e gioielleria.

 

La mostra è impreziosita da una selezione di modelli di calzature femminili che hanno fatto la storia del Novecento, messi a disposizione da “Assocalzaturifici”. Seguono alcuni esemplari di guanti d’epoca forniti dalla Fondazione Mondragone. Ancora, il primo prototipo del tacco a spillo, uno speciale stivaletto da danza indossato da Carla Fracci e diverse icone del fashion tout court come i modelli storici delle borse Gucci, Yves Saint Laurent e Louis Vuitton. Gli articoli si “scontrano” coi corrispettivi modelli falsi, provenienti dai numerosi sequestri, a volte somiglianti in tutto e per tutto agli originali.

 

Oltre al percorso espositivo, la mostra comprenderà alcuni laboratori didattici (al via dal 5 dicembre) rivolti principalmente a scolaresche, Stazione Sperimentale dell’Industria delle Pelli (SSIP), dall’Unione Nazionale dell’Industria Conciaria (UNIC), da Smarted (spin-off della Federico II), in collaborazione con la Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Dogane.Qualche esempio: “Come leggere un’etichetta?”, oppure, “In che modo si possono riconoscere i materiali scadenti e pericolosi?”.

 

Le attività laboratoriali saranno attivate durante le visite di scolaresche e inizieranno il prossimo 5 dicembre curati da “Unic-Linea Pelle” e dalla “Stazione Sperimentale Industria Pelli”, più giochi interattivi sviluppati ad hoc da “Smarted”, spin-off dell’università Federico II. “Abbiamo deciso di declinare il format ormai consolidato della mostra didattica – afferma Luigi Giamundo, presidente dell’Associazione del Vero e del Falso – su un settore particolarmente caro al Made in Italy e al territorio a cui apparteniamo. Il polo della concia di Solofra e quello calzaturiero di Grumo Nevano-Aversa rappresentano un’eccellenza internazionale.

 

Ma non è solo un’attività semplicemente illustrativa quella che andiamo a creare di volta in volta ma un messaggio forte e chiaro alla società ed alle istituzioni competenti che le nostre produzioni vanno difese con forza.Per questo il Museo si pone come soggetto di dialogo e di strumento di espressione delle imprese italiane contro i meccanismi nocivi e dannosi della concorrenza sleale che attori irregolari svolgono sui mercati ogni giorno a danno delle nostre imprese e della cittadinanza”.
di PAOLO DE LUCA

 

Fonte: La Repubblica Napoli